Politica dei confini della
Repubblica
di Venezia
I Confini della Repubblica di Venezia
Negli ultimi tre secoli, la politica confinaria veneziana si limitò alla conservazione e al consolidamento dei confini d'allora, senz'alcuna mira d'ampliarli.
E poiché al di fuori del sistema montano, i confini erano fluviali (Adda e Po), mai oggetto di contestazione, le vicende confinarie si ridussero all'arco montano.
In tali vicende si possono individuare con molta nettezza ed autonomia sistematica due periodi : quello a cavallo della Guerra di Cambrai (1509-1517) e la grande confinazione della metà del Settecento con la conferenza di Rovereto del 1751.
«Nel territorio dei Sette Comuni non esistono castelli di nobili, non esistono ville di Signori, né cattedrali di Vescovi, per il semplice fatto che la terra è del popolo e i suoi frutti sono di tutti come ad uso antico»
(Mario Rigoni Stern)
In quel contesto così incerto la piccola Comunità confinata tra montagne inaccessibili scelse di "darsi" alla Serenissima, l'ultima arrivata nell'area veneta ma già di gran lunga la più affidabile.
Fu così che con l'atto di "dedizione" del 20 febbraio 1404 i Sette Comuni approdarono alla "dominazione" veneziana.
Ne naque un "sodalizio" di straordinaria saldezza: Venezia mantenne sempre un rapporto diretto e per larga parte privilegiato con i Sette Comuni e le genti dell'Altopiano manifestarono in numerevoli occasioni un attaccamento ed una fedeltà alla Dominante sempre ricordata con commosso orgoglio dai suoi storici.
Camera dei confini suoi Magistrati e durata col primo decreto del 1554 la Repubblica di Venezia aveva provveduto, più che altro alla formazione di un archivio delle carte confinarie, ma dieci anni più tardi, e cioè con decreto del 5 novembre 1564 sono creati i primi Magistrati ai confini, i quali debbono essere "nobili, intelligenti e persone d'autorità".
Prendono il nome di "Provveditori" sopra i confini e vengono eletti dal Consiglio. Gli eletti non possono rifiutare la carica pena la multa stabilita dal Maggior Consiglio contro quelli che rifiutano "ambascierie a teste coronate" . La carica dura un anno, ma per evitare un contemporaneo periodo di noviziato ai due eletti, uno di questi, per la prima volta viene rinnovato dopo soli sei mesi; dopodichè per l'avvenire ogni sei mesi veniva regolarmente sostituito uno dei due Provveditori.
Copia della parte approvata dagli organi competenti
M D LXIV
Die V Novembris in M. C.
le loro Espedizioni, Et alle volte anco pretermesse gli provvidero col creare diversi offizi, che ne avessero particolar cura, tra le quali Essendo importantissima la materia di Confini per trattarsi in essa non solamente l'interesse delli Fedeli nostri, ma ancora la Dignità, et commodo Publico, è ben conveniente deputarli Persone di Autorità, et intelligenti, che ne abbino carico, acciochè secondo l'importanza soa le siano fatte di tempo in tempo le provisioni necessarie a benefizio delle cose nostre; però;
L'anderà Parte che sia fatta Elezzione per il Conseglio nostro di Pregadi de Doi Onorevoli Nobili nostri del corpo di esso in Proveditori Sopra i Confini, Essendo obligato cadauno, che mette bolletta portar il suo bollettino.
Possano esser tolti d'ogni luoco, Conseglio, et Offizio, Etian continuo,et con pena, eccettuati quelli del Collegio nostro, et delli Offizj che hanno salario.